Intervista a Marchi – “La Notte” è il nuovo singolo

Fuori da venerdì 8 aprile il nuovo singolo di Marchi dal titolo La notte. Dopo l’esordio con Gennaio, il cantautore sardo torna con un pezzo dal mood decisamente più ecclettico e disincantato rispetto al precedente, che racconta le ombre e i pensieri ossessivi che seguono la fine di una relazione e che rappresenta un tassello del tutto nuovo che si aggiunge alla costruzione del percorso artistico di Marchi.

È da poco uscito il tuo ultimo singolo “La Notte”. In che genere musicale lo inseriresti e a cosa hai pensato mentre lo scrivevi?

Lo inserirei nel genere pop-rock, o nel cantautorato contemporaneo. Forse i sintetizzatori oggi fanno subito pensare all’Indie italiano, ma in realtà le sonorità a cui abbiamo fatto riferimento mentre producevamo il pezzo sono quelle di stampo synth-pop e alternative rock dei Cure o dei Tears for Fears, ad esempio, o quelle un po’ più new wave di Garbo, Matia Bazar o della Bertè. Con Luca Serpenti e Alexander Woodbury abbiamo cercato di creare un’atmosfera notturna che richiamasse quei generi che amo molto, mi sembravano perfetti per rappresentare il concetto spazio-temporale della notte. Mentre lo scrivevo pensavo che dopo la fine di una lunga relazione, la notte sembra un bosco insidioso che si popola lentamente di animali notturni e altre angosce pronti a saltarti addosso. E nonostante questo tu devi attraversarlo e in qualche modo uscirne vivo. Ho cercato di rappresentare con la musica questo concetto, questo bosco notturno da incubo. Queste insidie, questi animali rapaci che come pensieri ossessivi, come domande, ti volano sopra la testa e restano in attesa. Sono i pensieri e le domande che uno si pone dopo una brutta rottura, per cercare di spiegarsi come sono andate le cose, dove stanno gli errori, di chi sono le responsabilità.

Come sono cambiati i tuoi gusti musicali nel corso del tempo?

Fino ai vent’anni ho ascoltato quasi esclusivamente cantautori italiani. Con qualche eccezione per le band, come Radiohead, Afterhours, o per artisti come Jeff Buckley o Beck. Poi mi sono aperto al jazz, all’alternative… E oggi ascolto davvero di tutto! Tra i gruppi preferiti posso citarti MGMT, Peter Bjorn and John e Death Cab for Cutie. Che convivono in strambe playlist assieme a Loredana Bertè, Jo Hisaishi, Chet Baker…!

Quali sono state le tue esperienze live? Hai voglia di raccontarci quella per te più memorabile?

Non ho una grande esperienza di live, ma nei prossimi mesi, dopo la pubblicazione di qualche altra canzone, sicuramente comincerò a fare qualche concertino. L’evento live più importante a cui ho partecipato è stato il Premio Fabrizio De Andrè. Sono arrivato due volte in finale a questo importante concorso di cantautorato che si svolge ogni anno a Roma e salire su un palco che porta “quel” cognome è stata quasi un’esperienza mistica. Davvero, ero emozionatissimo e grato. Ascoltare gli album di Fabrizio De Andrè è come leggere Dante.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Non ha a che fare con la musica e non è nemmeno così particolare, anzi credo sia abbastanza banale! Mi piacerebbe tornare a NY e viverci per qualche anno. È un posto dove mi sono sentito “in contatto”.

Hai già in mente la tua prossima pubblicazione?

Sì! A breve tornerò in studio per registrare un piccolo EP di 3 nuovi brani che spero di far uscire entro l’autunno.

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