“Dove Vai / Tropici” il nuovo doppio singolo del cantautore veronese Sergio Benetazzo

Giovedì 18 Febbraio, sarà disponibile su tutte le piattaforme streaming “Dove Vai / Tropici”, il nuovo doppio singolo del cantautore Sergio Benetazzo.
In occasione del suo 40esimo anniversario di carriera musicale Sergio Benetazzo, cantautore di origini veronesi, ha prodotto e registrato un doppio singolo contenente il brano inedito “Dove Vai” ed una versione reinterpretata acustica di “Tropici”, altro suo brano precedentemente pubblicato sull’album “Dal Brasile in poi…”.
Il progetto é nato da una collaborazione con il figlio Alessandro, singer-songwriter conosciuto con il nome “Ben Ales” residente a Londra da ormai più di 10 anni. Registrato all’Uri Studio di Verona con il talentuoso producer Federico Sambugaro Baldini, quest’interpretazione in chiave acustica riporta in vita canzoni composte agli inizi degli anni 80′. Da qui la scelta di utilizzare la foto di un giovane Sergio Benetazzo per la copertina.

– Ciao Sergio, il 18 Febbraio 2021 uscirà un doppio singolo intitolato Dove Vai / Tropici, raccontaci brevemente la storia di questi brani.

Dove Vai è nato rileggendo un testo che scrissi nel 1983 con la collaborazione di un caro amico purtroppo da poco scomparso, Alberto Bauli. Circa un anno fa, durante il lockdown, ho messo in musica il testo dando forma a questo progetto.
Tropici è un brano autobiografico, scritto nel 1982, un ricordo della mia infanzia vissuta a San Paolo in Brasile dal 1951 al 1964 con la mia famiglia e che racconta il mio viaggio in nave verso quella bellissima nazione sudamericana.

– Circa 40 anni fa usciva un altro tuo doppio singolo, L’Amico Pappagallo / Inno De “I Brasiliani”. Che ricordi hai legati a quel periodo?

L’Amico Pappagallo fu scritto in occasione della nascita del mio primogenito Alessandro nel 1980. Il brano ha un testo ed una musica dedicata a tutti i bambini e uscì in formato 45 giri, vendette circa 5.000 copie. Ricordo che mentre ero in studio con la chitarra facendo ascoltare la canzone al discografico, casualmente il famoso Angel Pocho Gatti si presentò e si propose per l’arrangiamento dei due brani essendo anche lui sudamericano (argentino). Fu una bellissima sorpresa, Angel ha collaborato con tantissimi artisti italiani e internazionali, come direttore d’orchestra e arrangiatore partecipò anche ad alcune edizioni di Sanremo. Quincy Jones, Mia Martini, Astor Piazzolla sono alcuni dei grandi nomi associati a lui.

– In gioventù hai partecipato ad un concorso per cantautori. Raccontaci di più!

Con il mio primo brano scritto nel 1968 intitolato Sincerità, mi presentai ad un Festival Nazionale Voci Nuove al Teatro Nuovo di Verona nel 1976 e vinsi il primo premio come miglior cantautore e mi posizionai terzo come cantante.

– Sei un cantautore ma so che ti definisci anche un musicista nazional-popolare. Perché?

Facendo la gavetta, qualsiasi musicista deve saper giostrare su generi diversi per intrattenere il pubblico che ascolta e magari canticchia le canzoni orecchiabili principalmente italiane. Poi il segreto del pianobar è la lettura della serata, cioè inserire anche brani più ricercati se ci sono i buongustai.

– Cosa ti ha portato ad intraprendere questa carriera?

La voglia di esprimermi con il pubblico e portare gioia con la mia Musica che fa star bene tutto il mondo.

– Molti ti conoscono soprattutto per le serate di Piano bar nei locali di Verona, cosa ti ha spinto in quella direzione?

All’inizio facevo cabaret, con parodie e imitazioni dei cantanti degli anni ’60, poi un impresario di nome Giuseppe Nicorini, titolare del Josè Jazz Beer, situato nel cuore di Verona, mi propose un ingaggio nel suo locale nel 1983 e fui il primo “Chitarrista Bar” di Verona. Cantavo brani in prevalenza italiani, in seguito studiai pianoforte ed allargai il repertorio con brani internazionali.

– Negli ultimi 40 anni hai fatto parte della scena musicale veronese. Ci racconti di qualche locale storico o serata che ti é rimasta particolarmente impressa?

Locali storici importanti ce ne sono stati parecchi tra Verona (Excalibur – Berfi’s – La Cappa – Caffè Rialto – Caffè Filippini (anche con Franco Califano)- Ferro’s Club – Caffè Fantoni -Ristorante Tabià – Hotel Due Torri – Ristorante Vecio Mulìn- Ristorante Vittorio Emanuele -Bar Liston12 -Trattoria Monsua) Lago di Garda( Hotel Gardesana – Bar Papillon) e tante serate in piazze per il Comune di Bardolino. Poi c’è stata anche Festa del Redentore a Venezia; e recentemente l’esperienza per due stagioni in un villaggio turistico calabrese Calalandrusa Resort. Mi scuso con i locali che non ho nominato, ma la lista sarebbe lunga.
Il ricordo più emozionante è stato al Teatro Romano a Verona, quando partecipai come cantante al 50° anniversario del Festival di Sanremo nel 2000.

– Per quale motivo hai deciso di ritornare in studio di registrazione?

Dopo molti anni senza aver coltivato il mio lato creativo, ho fatto ascoltare a mio figlio il demo di Dove Vai e lui essendo molto pratico con le release digitali grazie al suo recente progetto artistico Ben Ales, mi ha proposto di tornare in studio e pubblicare il brano. Tropici invece é sempre stata una delle mie canzoni più richieste ai miei live, quindi siamo andati in studio, lui ha suonato chitarra e basso in entrambi i brani e ha completato l’arrangiamento con il talentuoso produttore veronese Federico Sambugaro Baldini, realizzando i due singoli nel suo studio.

-Hai una dedica speciale?

Essendo due brani scritti in tempi diversi, li dedico al mio pubblico che mi ama e mi segue da 40 anni. In modo speciale alla mia mamma Emma.

-La musica live purtroppo ha subito uno stop lunghissimo a causa del COVID- 19, cosa ha significato per te quasi un anno senza musica?

Una tristezza enorme, sia per me che per tutti i musicisti che lo fanno come primo lavoro e si trovano orfani sia dal piacere sia dagli introiti che dà la Madre Musica.

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