Luca Balestrieri, il cantautore romano in lista a SanremoRock
https://youtu.be/jwhbKL_e66o
Quando è diventata necessaria la musica nella tua vita?
Quando ho pianto per la prima volta ascoltando un disco di Bob Marley.
Riusciva a rievocare in me delle emozioni vissute. Un po’ come i profumi o
gli odori.
Come inizia il tuo processo creativo?
Di base mi piace sovrapporre suoni e creare un tutto armonico.
È questo che mi ha spinto a comporre musica quando avevo 14 anni.
Col tempo ho dato una forma a queste armonie libere e sono diventate
canzoni.
Da 4 anni scrivo anche testi e il più delle volte mi aiuta Matteo Cantagalli.
Hai avuto crisi o dubbi durante il tuo percorso artistico? Raccontaci come
hai superato i momenti difficili…
Certo, ho pensato che facendo l’artista sarei potuto finire come tanti
artisti di cui non faccio nomi che si lasciano andare all’alcol, alle droghe,
alla vita solitaria e si ritrovano con patologie socio-psicologiche . Ho
lavorato molto sulla mia personalità (da solo) da quando sono piccolo e
sono riuscito a trovare un equilibrio che mi permette di essere l’artista
che piace a me: non mi drogo, bevo pochissimo, sono a dieta, faccio sport
e sogno una famiglia. E poi insegno chitarra e musica… E insegnare è la
più grande responsabilità a livello sociale. Capisci che non fa per me
quella vita.
Che musica ti facevano ascoltare da bambino?
Edoardo Bennato, Lucio battisti, Bob Marley, The Beatles, Franco Battiato,
Adriano Celentano, Bruce Springsteen e tanti altri.
Musicisti a cui ti ispiri?
Jack Garrat, James Bay, Imagine Dragons.
Cosa c’è nella tua playlist Spotify?
Imagine Dragons , J-boog, Jack Garrat, James Bay, Michael Jackson,
Muse, John Mayer,
Raccontaci il ricordo più bello della tua carriera?
Sicuramente con i The Boxty Lads, una band irlandese dove suono le
chitarre. Lì, ho capito che la musica è un gioco che però sanno fare solo i
professionisti. Attenzione rimane sempre un gioco…
Come hai passato la quarantena dal punto di vista artistico?
Non ho scritto nulla di nuovo, ero a studiare psicologia e pedagogia, al massimo cantavo nel mio “studietto” canzoni di altri.
Come vedi il mondo musicale nel futuro post Covid?
Lo vedo uguale a prima fino a che le macchine elettriche non prenderanno
il sopravvento. Allora li ci sarà un cambio di visioni. Ci stiamo arrivando…
Progetti per il futuro?
Pubblicazione di un singolo con videoclip. Iniziamo a girare i primi di
agosto. A settembre poi ho le finali di Sanremo Rock vediamo…
C’è una piccola etichetta discografica con puoi potrà nascere qualcosa. Ho
parlato con loro ieri sera. Hanno idee nuove, oltre l’indie…
La nostra piattaforma si chiama Musicisti Emergenti. Cosa consiglieresti ai
musicisti emergenti?
Non state li fermi ad aspettare una casa discografica che si interessi a voi.
O che trasformi la vostra musica in musica di qualità. Non lo farà nessuno.
È la vostra pelle che deve trasudare di qualità, competenza, capacità e
profesionismo.
A quel punto si accenderà un faretto nei vostri occhi che verrà senz’ altro
notato. Insomma non vi accontentate mai. Si deve crescere ogni giorno di
più.
Ah e poi trovatevi una persona fidata o una squadra che vi accompagni
nel vostro viaggio e dividete tutto con loro perché ricordatevi sempre che
da soli non contate nulla!
F.Bellan