Le 7 vite di Cat Stevens scelgono la musica online

Cat Stevens era appena guarito dalla tubercolosi quando pubblicò i due album che lo avrebbero reso celebre per sempre. «Mona Bone Jakon» e «Tea for the Tillerman» videro entrambi la luce nel 1970. Ventidue canzoni tutte d’un fiato che cambiarono la vita di questo giovane cantautore inglese all’epoca poco più che ventenne. Si fece crescere barba e capelli e abbandonò l’aria disimpegnata tanto di moda nella Swinging London di fine anni Sessanta. La malattia e il periodo trascorso nel sanatorio di Midhurst avevano focalizzato i suoi interessi su chitarre acustiche e misticismo. Fu questa la formula vincente di canzoni come «Lady D’Arbanville», «Katmandu», «Wild World», «Sad Lisa» e «Father and Son». Una manciata di melodie che lo spinsero in vetta alle classifiche di mezzo mondo. Cat Stevens era riuscito a centrare in pieno la voglia di folk d’autore e spiritualità che avrebbe permeato gran parte della musica nei successivi anni ’70. In quei due storici album fecero la loro comparsa anche due giovanissimi Peter Gabriel e Rick Wakeman che divennero poi colonne portanti di Genesis e Yes.
A 50 anni esatti da quel fecondo 1970, la musica accende di nuovo i riflettori su di lui. Sabato 5 dicembre 40 artisti si daranno appuntamento su YouTube per interpretare alcuni dei brani più celebri del cantautore britannico. Ed è lo stesso Yusuf / Cat Stevens ad annunciare il «CatSong Festival» che andrà in scena dalle 21 in diretta su https://www.youtube.com/user/YusufCatStevens. «È fantastico sentire come queste cover abbiano dato nuova vita alle mie canzoni – ha detto il musicista – Non esiste onore più grande per un cantautore che ascoltare le proprie canzoni eseguite da musicisti di talento con tanto amore e sincerità. Grazie».


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