Quante volete vi siete sentiti dire con la vostra band o da soli:“va bene, puoi suonare da me ma quanta gente mi porti?”
E’ una frase che abbiamo sentito spesso, forse sempre, ma che non riusciamo mai a farci l’abitudine.
Ma perché i proprietari dei locali live hanno questo atteggiamento?
Cerchiamo di capire cosa succede partendo proprio dalla spesa economica del locale.
Di media, un locale, spende circa dai 200 ai 300 euro in SIAE per la musica live, un minimo di 100 euro fino ad arrivare a 300 euro per il gruppo che suona e infine gli stipendi della serata per i camerieri e staff. La somma finale è circa di 1000 euro solo per far suonare un gruppo o un artista singolo rischiando di avere il locale mezzo vuoto.
Questo però è di competenza del locale, gestire le proprie finanze, come anche pubblicizzare l’evento live, cosa che però accade pochissime volte, utilizzando cosi la famosa frase:”quanta gente mi porti?”
Da questa prima considerazione possiamo dedurre che è colpa dei locali se i musicisti non vengono pagati ma è veramente questa tutta la verità?
La realtà ha sempre due facce come una moneta, vediamo la faccia nascosta o almeno quella che molte volte facciamo finta di non vedere.
L’altra verità più pesante e più oscura è che sono proprio le persone che alimentano questi sistemi.
Ragazzi e ragazze che entrano in un pub, che parlano ad alta voce perché vengono “disturbati” dall’artista di turno, il non voler pagare un biglietto d’ingresso per ascoltare una band emergente o pretendere di ascoltare qualcuno senza neanche consumare all’interno del locale.
La dura realtà è che i primi menefreghisti siamo proprio noi, il pubblico, che ridicolizziamo sempre di più la musica trattandola solo come una forma di hobby e non come un lavoro vero e proprio. Certo, non aiuta neanche il fatto che molti artisti e band accettino di suonare senza compenso ma questo è un altro problema.
Paesi come l’Inghilterra e gli Stati Uniti hanno file di persone di centinaia di metri fuori dai locali, pronti a pagare e bere per ascoltare appassionati o in religioso silenzio, l’artista o la band che è sul palco. Qui in Italia, il cantante non è altro che musica di sottofondo e molte volte, fonte di disturbo per i clienti e per il vicinato.
Finché non ci sarà una evoluzione nell’apprezzamento della musica live, il sistema non cambierà mai. Le band continueranno a farsi pagare in alcolici e cene e il pubblico sarà sempre più infastidito da una serie di gruppi non selezionati artisticamente ma che vengono presi solo perché portano amici e parenti.
Quindi, se il musicista non viene pagato o sostituito da un DJ, è soprattutto colpa nostra.
Bellan F.